I.I.S. CARLO PISACANE

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Giubileo per la pace- Roma - 30 aprile 2025

Cosa accadrebbe se unissimo il desiderio e la curiosità dei giovani alla grandezza e solennità della fede? 

È proprio tale ragionamento che ha portato l’istituto Carlo Pisacane e il caro Don Raffaele (parroco di Sapri e professore di religione) a promuovere tra le classi la partecipazione al  “Giubileo dei giovani”.

Ma da dove possiamo far partire il racconto di tale giornata?

Partendo in più di 200, si prospettava un viaggio dalle proporzioni epiche, tra le schiere tutti erano muniti di acqua, panini, zaini sulle spalle e una generosa dose di coraggio. Solo dopo aver monitorato la preparazione di ognuno di noi, nel cuore della notte, siamo saliti sui prodi destrieri incamminandoci verso la meta tanto ambita: Roma. 

L’andamento del viaggio era soddisfacente, così come lo erano le doti canore di un cantore vicino (il professore Tancredi) che, dimostrando la sua totale assenza di sonno, ci ha deliziati per tutta la notte a suon di Lyra. 

Dopo brevi soste rigeneranti eccoci arrivati alle porte della “città eterna” che da lontano ci attendeva con grande solennità.

Non appena tutti e 200 fummo contati, il cammino spirituale ebbe inizio e subito dirottato verso un unico obiettivo: VALICARE LA PORTA SACRA!

Presto si manifestarono i primi segni di cedimento, c’era chi, in preda ad una fame vorace, divorava panini per ingannare l’attesa e chi invece sventolava ombrelloni per coprirsi da un sole nemico. 

Ma nonostante i venti avversi la corsa si fece più movimentata, cosicché in men che non si dica ci trovammo tutti al confine “ALEA IACTA EST” il dado è tratto e con esso anche la nostra esperienza.

Una volta dentro San Pietro, l’aura di sacralità ci investì a tal punto da rimanere privi di difese, le decorazioni barocche e il composito baldacchino di Bernini superarono di gran lunga le nostre aspettative già elevate.

Durante la messa nessuna mosca osò volare e alcun rumore venne percepito, tant’è che alcuni studiosi si dividono tutt’ora in due linee di pensiero: se  da un lato c’è chi ritiene che sia stato a causa  della grandezza di quel momento , dall’altro chi invece crede che il Dio del sonno si sia impossessato dei presenti (io anche sostengo quest’ultima tesi).Scherzi a parte, la complessità del tutto è stata valorizzata ancor di più da un coro di voci ANGELICHE, provenienti proprio dalla nostra scuola, a nuova testimonianza dell’unione inscindibile tra arte e fede. 

Una volta terminata la messa e scambiati i segni di pace, ognuno di noi prese strade diverse per approvvigionarsi come più riteneva opportuno e solo negli ultimi istanti del nostro viaggio  ci ritrovammo tutti a San Luigi dei francesi in cui, prede facili della bellezza di Caravaggio, fummo travolti dall’entusiasmo di ritrovarci  l’uno di fianco all’altro, uniti ancor di più  da questa esperienza di devozione.

 

 

Emily Bove VA Classico


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